Banne

martedì 22 luglio 2014

L'intrepido (recensione)

A far compagnia nelle nuove sere domenicali piovose, fredde e in cui sono malaticcio, ci pensa il mio caro cinema a 3,50 € (Tre euro e cinquanta centesimi!!); Film in seconda visione, ma bene o male ci passano tutti i film della stagione, sicuramente i più belli.
Venendo al film, "L'intrepido" di Gianni Amelio, protagonista Antonio Albanese.
Se cercate il film per sganasciarvi dalle risate, il guizzo irriverente di Cetto Laqualunque (De Santis fatti i cazzi toi!), la follia grottesca (quindi vincente) di "Tutto tutto, niente niente", scappate! Fuggite dalla cassa del cinema e cercate attività ricreative migliori, in caso contrario, siete pronti a subire una lentezza teatrale e immergervi in una struttura quasi "poetica", avanzate.
Un aspetto davvero difficile anche solo da assaporare (figuriamoci comprendere) è la lentezza del film, delle sequenze, la prima mezz'ora è un susseguirsi quasi silenzioso di atti e gesti che sembrano del tutto sconclusionati e fuori dal vivere comune.
Successivamente ci sono un sacco di aspetti, appena intuiti accennati ma mai sviscerati, si potrebbe dire che il pezzo forte del film sono i dialoghi non detti, quello che c'è ma non viene né detto né spiegato.
Nel complesso un fil duro da digerire, e se non lo vedete non vi siete persi nulla, ma che lascia un po' in sospeso, quasi a volerci obbligare a dare noi un finale.

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