Banne

lunedì 9 maggio 2011

Mafie ed inceneritori

La Mafia guadagna con gli inceneritori
La vicenda dei quattro inceneritori siciliani, la cui costruzione fu interrotta nel 2007 dalla Corte di Giustizia Europea per un vizio di forma, ha conosciuto risvolti inaspettati. I pm di Palermo stanno indagando su una pista che conduce dritta a Cosa Nostra. Ma nel frattempo, invece di trovare soluzioni migliori, l'emergenza rifiuti viene strumentalizzata per farne riprendere la costruzione.

Salvatore Cuffaro ai tempi della gara rivestiva il triplice incarico di Presidente della regione Sicilia, commissario straordinario per l'emergenza idrica e di commissario delegato per l'emergenza rifiuti.

Tutto ha inizio nel 2002 con una gara di appalti per la costruzione di quattro inceneritori a Bellolampo (Palermo), Casteltermini (Agrigento), Paternò (Catania) e Augusta (Siracusa). La gara è indetta da Salvatore Cuffaro, detto Totò, che ai tempi rivestiva il triplice incarico di Presidente della regione Sicilia, commissario straordinario per l'emergenza idrica e di commissario delegato per l'emergenza rifiuti. È proprio in quest'ultima veste che Cuffaro si occupa della costruzione degli inceneritori.Tutto ha inizio nel 2002 con una gara di appalti per la costruzione di quattro inceneritori Bellolampo (Palermo) Casteltermini (Agrigento), Paternò (Catania) e Augusta (Siracusa). La gara è indetta da Salvatore Cuffaro, detto Totò, che ai tempo investiva il triplice incarico di Presidente della regione Sicilia, commissario straordinario per l'emergenza idrica e di commissario delegato per l'emergenza rifiuti. Proprio in questa ultima veste che ricopre Cuffaro si occupa di inceneritori.
Vengono fatte le gare d'appalto e vengono vinte da quattro Ati, tre capeggiate del gruppo Falck e una dal gruppo Waste Italia , siamo nel 2007, ma non si fa in tempo ad iniziare i lavori di costruzione che una sentenza della comunità europea blocca tutto, annullandola gara di appalti per il mancato rispetto della procedura di evidenza pubblica obbligatoria.

Cuffaro si dimette da governatore della Sicilia in quanto viene condannato prima a 5 anni poi a 7 anni per aver favorito Cosa nostra. 
Le indagini dei PM portano alla scoperta che di fatti che sembrano sempre più strani, alcuni dirigenti delle società che hanno vinto gli appalti vengono arrestate per corruzione e una ditta che partecipò alla gara d'appalto era priva della certificazione antimafia e viene indicata come vicina al capomafia Nitto Santapaola.
Vengono indette altre due gare d'appalto che rimangono stranamente deserte, il quadro che si delinea agli occhi degli investigatori  che le quattro Ati che vinsero in precedenza il bando, con il benestare dei funzionari pubblici a cui sono andate delle tangenti, abbiano prima spartito a tavolino i lavori e poi, dopo il blocco europeo, impedito di svolgere nuove gara d'appalto per indurre la regione ad abbandonare la strada del bando pubblico.

"Quello dei termovalorizzatori è l'affare del secolole sue dimensioni superano i 5 miliardi di euro; su di esso certa politica e la mafia si sono incontrati e alleati".

I rifiuti sembrano utilizzati a scopo pubblicitario, secondo gli esponenti del PD Siciliano, perché gridando continuamente all'emergenza rifiuti si vogliono far rientrare dalla finestra i termovalorizzatori (Inceneritori), facendo crede che sia l'unica strada possibile, senza applicare alcune politica ambientale o educando la popolazione alla raccolta differenziata.
D'altra parte la stessa Ministro del'ambiente Stefania Prestigiacomo, allora promise che gli inceneritori sarebbero stati fatti in breve tempo, magari senza fare gare d'Appalto pubbliche. Permettendo alla Mafia di prosperare sulla speculazione dei rifiuti.


Fonti:

Buona riflessione

Christian.

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